mercoledì, marzo 30, 2011

martedì, marzo 29, 2011

Io ci penso spesso, a quanto sembrino poetiche le vite degli altri. Quando la gente la conosci dietro ad uno schermo ti sembra di una poesia unica. Beh, parliamoci chiaro, non mi riferisco a tutti indistintamente. Ci son persone che la puzza di falsità si sente anche lontano due miglia, solo leggendo un tweet o uno stato. Mi chiedo se chi per me emana poesia, in realtà un po' di poesia non ce l'abbia davvero; mi chiedo se ha scoperto qualcosa della vita che io non so ancora, e in fin dei conti viene fuori anche solo da una frase scritta in un momento di scazzo. Mi chiedo se certe fotografie siano così belle perchè è l'occhio che le ha scattate ad esser bello. Se i colori che cattura l'obiettivo non siano in realtà già presenti nell'occhio di chi scatta.
E la mia vita? Chi mi legge/ vede/ ascolta le canzoni che amo la vede proprio così, come è in realtà?
Legge quello che ho imparato camminando? Legge quello che non so? La percepisce la mia costante ricerca di momenti e parole che restino immutati col tempo?

La poesia?

martedì, marzo 22, 2011

Oggi penso agli abbracci di gente che non abbracci da tempo. E alla tenerezza che leggi negli occhi di chi ti abbraccia e sembrava non curarsi più di te. è gratificante.

lunedì, marzo 21, 2011

I legami fra una persona e noi esistono solamente nel pensiero. La memoria, nell’affievolirsi, li allenta;e, nonostante l’illusione di cui vorremmo essere le vittime, e con la quale, per amore, per amicizia, per cortesia, per rispetto umano, per dovere, inganniamo gli altri, noi viviamo soli. L’uomo e’ l’essere che non può uscire da se, che non conosce gli altri se non in se medesimo, e che, se dice il contrario, mentisce. - Marcel Proust 

mercoledì, marzo 16, 2011

L'unica cosa che devi fare è massacrare, massacrare
l'unica cosa che devi fare è massacrare le tue paure!


Sono stati giorni, questi, in cui l'inadeguatezza ha sovrastato la tranquillità come succedeva molto tempo fa, come non mi succedeva da tanto. Eppure è successo ancora, e io ancora sto cercando  il rimedio ad un male che ho e che non so esattamente cosa sia; che mi fa rispecchiare nelle frasi di Kafka e Palahniuk, quelle che a detta di tutti sono troppo tristi per quella che sono realmente. Un vaffanculo è d'obbligo ora, ia chi crede di sapere come sono relamente. Ci sono forse tre persone in tutta la mia esistenza con cui mi sono confidata davvero, e forse ancora nemmeno loro sanno come son fatta sul serio. Non sanno nè possono sapere quello che mi succede dentro, quello che sento: eppure hanno la prepotenza di giudicare.
Il tempo è talmente plumbeo che me lo sento, grigio e pesante, sulle spalle. Insopportabile.

sentìre    [sen'tire]
v.tr., v.intr.

avvertire sensazioni e impressioni suscitate da stimoli esterni; prenderne coscienza.


Il punto è: prenderne coscienza. Quando prendi coscienza di una cosa non puoi più evitarla. Ed in me succede tutto come in una catena emozione>coscienza>riflessione>paranoia irrimediabile. 
Cambierò.
è come in fisica. La forza che è necessaria per cominciare a far muovere un corpo è molto maggiore di quella necessaria a far continuare il movimento stesso. 
La forza che è necessario trovare per cominciare a cambiare, a fare le cose per sè, senza giustificazioni e senza dar peso al giudizio altrui è molto maggiore di quella che serve per continuare a farlo. Poi entra in gioco l'abitudine, e le convinzioni disfunzionali sono sostituite da altro. 
Cambierò.